IL LABIRINTO

ieri, oggi, domani

 

Questo programma è disponibile nelle seguenti versioni:

DUO

DUO + BALLERINA E VIDEO

ORCHESTRA + BALLERINA E VIDEO

CON 5 CANTANTI

CON CAVALLO

 

 

 

Ci sono storie che iniziano male e finiscono bene, e altre che vanno nella direzione opposta!

Lascio a voi scoprire il finale di questa storia. Dopo tutto, quando si entra in un labirinto, non si sa mai se si riuscirà a uscirne!

Arianna lo sapeva quando Teseo entrò nel labirinto. Determinata a vedere l'uomo che amava tornare da lei, dotò Teseo di una corda rossa con cui ripercorrere i suoi passi dopo aver ucciso il potente Minotauro. Come Teseo, tutti noi entriamo nei nostri labirinti della vita. Tutti noi dobbiamo attraversare le loro curve e i loro tornanti, incontrando innumerevoli avversità. Ma il viaggio attraverso i nostri personali labirinti ci cambia. Cresciamo, come dobbiamo, per superare i nostri Minotauri individuali. E forse, se come Teseo siamo fortunati ad avere una nostra Arianna, possiamo ripercorrere il nostro cammino con un filo rosso e uscire dal labirinto più forti, più saggi e più consapevoli di quando abbiamo iniziato il nostro viaggio.

Questo spettacolo è un labirinto, e noi ci entriamo insieme! Nel corso del concerto, in quattro momenti diversi, verranno suonate strofe del Lamento di Arianna di Monteverdi: è il nostro filo rosso che ci guida attraverso il programma. Questi versi collegano tutto, ma raccontano anche una storia a sé stante, una storia di tragica ironia e di abbandono: dopo aver sconfitto il Minotauro ed essere uscito vittorioso dal labirinto, Teseo salpa senza Arianna. La donna viene abbandonata sull'isola di Nasso. Nella vita, come nel labirinto, non possiamo mai sapere cosa c'è dietro l'angolo!

 

 

Il nostro viaggio nel labirinto inizia con l'Ouverture Arianna Abbandonata di Benedetto Marcello. Poi, due brani ci aiuteranno a costruire e sperimentare un labirinto sul palco, che ricorda un'antica danza iniziatica.

Nel corso dei secoli i compositori sono stati affascinati dal tema del labirinto. Il brano di Benedetto Marcello gioca con la notazione musicale contorta, invertendo la mano destra con la sinistra e mettendo l'esecutore in condizione di perdersi nell'esecuzione. Il brano di Johann Sebastian Bach può essere ora attribuito a un altro notevole musicista dello stesso periodo: Johann David Heinichen. In questo brano viene utilizzata la strategia del labirinto armonico: il pezzo si sposta dalla tonalità di do maggiore a tonalità molto distanti attraverso una serie di brusche modulazioni prima di terminare nella tonalità originale.

Le Labyrinthe di Marin Marais riunisce l'esperienza armonica, il disagio di suonare in chiavi sconosciute e, da vero narratore, racconta di una curiosa passeggiata nel labirinto, concludendo con una bella Ciaccona, chiara espressione della risoluzione positiva del viaggio. Il brano successivo è un capriccio di Pietro Antonio Locatelli ed è uno dei capisaldi del virtuosismo barocco. Non è un caso che il suo tema sia il Labirinto; i passaggi intricati, le ripetizioni di frasi e motivi musicali - spesso in registri acustici molto alti - accendono il ricordo di un sentiero già percorso in precedenza e di non saper trovare la via d'uscita.

Ma il Labirinto di Locatelli è diverso da quello di Teseo e Arianna. Nel 1550, infatti, la struttura architettonica del Labirinto si era trasformata dalla sua forma semplice con un'unica via d'accesso e d'uscita (il labirinto “cretese”), in un labirinto di strade e bivi in cui a ogni incrocio si è costretti a fare delle scelte. Locatelli ci introduce al nuovo significato simbolico del labirinto: lo smarrimento che si prova non è creato solo dalla perdita dell'orientamento, ma anche dalla continua necessità di scegliere quale strada prendere. Si perdono i punti di riferimento, non si sa da che parte andare, si torna sui propri passi e così facendo ci si perde ancora di più in questo labirinto apparentemente ineluttabile di scelte ed errori.

Il brano successivo è il momento di guardarsi allo specchio. Pianto di Arianna di Locatelli è quindi un'occasione per collegare il passato con il presente, ripercorrendo la storia che ci ha portato a incontrare i Minotauri di oggi, attraverso l'interazione di musica, danza e proiezioni multimediali.

Qual è la soluzione? Dove si trova la via d'uscita?

L'arte, e in particolare la Musica, ci offre in questo programma una soluzione che viene suggerita dal brano finale: si tratta di un'improvvisazione, in cui ognuno sul palco è chiamato ad assumersi la responsabilità delle note che produce, note che non sono scritte sulla partitura, note che vengono cercate e suonate sul momento, facendo attenzione che si amalgamino bene con le altre, che creino armonia e dialogo, alla ricerca del buon gusto. Certo, il rischio di sbagliare è alto, e questo può accadere ogni volta che ci si assume una responsabilità, ma forse vale la pena di provarci. E forse, quando la corda si esaurisce, non resta che improvvisare...

 

Davide Monti

 

Grazie a:

Sandhya Nagaraja danzatrice

Città di Ragusa, per le riprese video nel Labirinto del Castello di Donnafugata

Città di Cantù, Basilica di S. Vincenzo in Galliano per la registrazione audio

Quartetto “Alla maniera italiana” per la registrazione audio del brano Il Pianto di Arianna

Ferdia Durkin regista e videomaker

Gianfranco Guccione - Airworks per le riprese con il drone

Simone Placenti grafico